Tommaso Lamonica

Tommaso Lamonica
(1918 – 1987)
 Nacque a Ponza il 13.04.1918. Conseguì il Diploma di Abilitazione Magistrale nel 1939 e l’anno successivo fu avviato alle armi col grado di sottotenente. Partecipò alla campagna d’Africa; catturato dagli inglesi, scontò la prigionia in India dove imparò la lingua inglese ed ebbe l’occasione di incontrare il Mahatma Gandi, grazie al benestare degli inglesi. Come riferì in seguito, quell’incontro lo arricchì nell’animo. Nel 1946 fu rimpatriato e l’anno seguente iniziò la carriera di maestro elementare, quale vincitore di concorso, prima a Borgo Montello (Latina) e poi a Ponza, dove diresse il Centro di Lettura e d’Informazione; organizzò anche un corso di lingua inglese di cui si avvalsero soprattutto i suoi concittadini emigranti verso gli USA. Dal 1952 al 1956, durante la prima amministrazione del Dott. Sandolo, fu consigliere comunale di minoranza. In quel periodo strinse amicizia con numerosi artisti stranieri: pittori austriaci, tedeschi, svedesi, che gli trasmisero la passione per la pittura; scrittori (tra cui H. Von Kramer autore di San Silverio), il musicista americano David Diamond e tanti altri, come lo scrittore italiano Ettore Settanni, tanto che la casa di Via Padula diventò un vero e proprio centro interculturale. Nel 1958 si trasferì a Mortara (Pavia) dove ricevette l’incarico (da parte della Giunta Municipale) di riordinare la Biblioteca Civica e che diresse per qualche anno. Nel 1963 si sposò con una collega palermitana da cui divorziò nel 1974. L’anno prima subì un’operazione di laringectomia che gli cambiò l’esistenza. Ritornò da pensionato a Ponza dove non smise di dedicarsi allo studio, specie del dialetto ponzese e alla composizione di poesie. Con DPR 9.07.1975 ricevette il Diploma di Benemerenza di Prima Classe, “con facoltà di fregiarsi della Medaglia d’Oro, per l’opera particolarmente zelante ed efficace svolta a favore dell’istruzione elementare e dell’educazione infantile”. Suoi scritti furono pubblicati in alcune riviste letterarie (Omnia, L’Eco del Parnaso) in riviste locali (Ponza Mia, Vivere Ponza, Ischia Oggi, il Bollettino dell’EPT di Latina, diretto da P.G.Sottoriva, e il Meridionale Italiano su cui pubblicò anche un’intervista al pittore Guttuso). Nel 1978 pubblicò la raccolta di poesie “Isole e Acque” – Lalli Editore, con prefazione del Prof. Cesare Claudio Secchi, direttore del Centro Studi Manzoniano di Milano. Ottenne numerosi attestati di riconoscimento in vari premi letterari a Pompei, Genova, Venezia, Bologna e, infine, il “Premio Viareggio Incontri”, quale “eminente personalità della cultura” (alla premiazione presenziò anche il Sindaco di Ponza, Prof. Ferraiuolo). Nel 1986 subì un nuovo intervento chirurgico a causa del distacco della retina che gli ridusse enormemente la capacità di leggere. Dover rinunciare alla lettura fu un dolore ancora maggiore rispetto a quello della perdita della voce. Morì il 14.06.1987 presso l’ospedale Dono Svizzero di Formia. Altra opera pubblicata (postuma) “L’isola di palma che s’inciela” – poesie – Tipolito Epomeo – Forio 1989.

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Descrizione

Trenodia

Terra della mia isola rupestre
costata fatiche centenarie
a terrazzarti e coltivarti,
abbandonata terra
destinata a perdersi nel mare,
solo rovi e ortiche e loglio proliferano
dove un tempo eran pàlmiti virenti
e colture di cereali e leguminose.
Van disparendo verde e fioriture
e appaiono sempre più rocce come ossa
scarnificate, morte.
Bocche sempre aperte ghignanti
le case grotte senza più porte
inghiottono eserciti d’insetti.
Scomparsi nel mito
i contadini-architetti
della mia isola rupestre.

Da “L’isola di palma che s’inciela”

I RROTTE ‘I PILATE

Pare ‘i trasi ‘ , quanne ccà dinte trase,
nda n’atu munne. S’aizzene voce
cupe ‘a ‘int ‘u mare e ll’ombra ce sta ‘i case.
Se ferme u sciate e ll’aneme s’addoce
nnanz’a ‘stu monumente ch’è rrummase
cumme fuie fatte a i tiempe ‘i Criste ncroce.
Chi sa cumm’ere belle, quanne vase,
statue, marme abbellivene ‘sti rrocce!
Mo’ song’annude i mmore, so’ vacante,
senza ddie cappellucce, nicchie e autare,
nun nce stanne murene ‘nduvianante.
Sulamente voce cupe ‘a ‘int’u mare:
Orestilla, Nerone cu ati muorte
chiagnene eternamente a mala sciorte.

Da “Vivere Ponza” – Anno I N.1 1985